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IL CILENTO

DA SCOPRIRE

Il Territorio

Il Cilento è una vasta area territoriale della provincia di Salerno.

Oggi, il Parco Nazionale del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni, istituito nel 1991, protegge gran parte della sua superficie (circa 181.000 ettari) salvaguardandone le incredibili bellezze e biodiversità.

È un territorio che, per la varietà della natura geologica, dell’orografia e degli ambienti naturali, nel 1997 è stato incluso nella prestigiosa rete delle Riserve della Biosfera del Programma MAB UNESCO (Man and Biosphere) e, nell’anno successivo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità.

Questa estrema varietà morfologica ed ambientale ha reso il Cilento un luogo estremamente interessante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico: da vette che superano i 1700 metri si passa a dolci formazioni collinari per poi discendere su una lunga costa che alterna arenili di sabbia finissima a scogliere, promontori e grotte scavate nella roccia, come quelle di Capo Palinuro e della costa meridionale di Camerota. Piccoli paesi arroccati come presepi si alternano a borghi adagiati in riva al mare, tra questi Castellabate, Teggiano, Salento, Roccadaspide, Pisciotta, Sant’Angelo a Fasanella e tanti altri.
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Bellezza
e Cultura

A rendere il Cilento una terra straordinaria ed affascinante, oltre alle sue bellezze paesaggistiche, è anche la sua storia millenaria. Le condizioni ambientali e il clima mite hanno favorito lo sviluppo di antiche civiltà, fin dai tempi più remoti.

Greci, lucani, romani, svevi, angioini... un susseguirsi e un sovrapporsi di culture, usanze, tradizioni che hanno reso questa terra unica al mondo.

Le tracce della storia trovano la loro massima espressione nei siti Unesco di Paestum e Velia, le due note città magno-greche, e della Certosa di Padula, uno dei più grandiosi complessi monumentali dell’Italia meridionale sia per l’estensione sia per lo straordinario patrimonio artistico posseduto.

Ma numerosi sono anche gli altri luoghi di interesse culturale disseminati nel territorio, tra i più antichi ricordiamo Moio della Civitella, un piccolo villaggio fortificato greco-lucano immerso tra castagni secolari, caratterizzato dalla presenza di numerosi resti tra cui terrazzamenti, un’estesa cinta muraria con le porte di accesso alla città e gruppi di abitazioni; l’antico insediamento di Monte Pruno, collocabile cronologicamente tra il VII e il III secolo a.C., con la sua cinta muraria, resti di edifici e sepolture di alto rango; Roccagloriosa, con le sue lunghe fortificazioni che racchiudono numerose tracce dell’insediamento risalente al V secolo a.C., anche se sono note preesistenze nell’area a partire dall’età del Bronzo.

Il Cilento è anche terra di miti e leggende legati alla tradizione classica. Se ne conserva la memoria in alcuni toponimi. Tra quelli più noti vi è senz’altro la storia del nocchiero di Enea, Palinuro, che, secondo il racconto di Virgilio nella sua Eneide, cadde in mare mentre conduceva la sua flotta verso le coste laziali. Egli lottò a lungo, tra la vita e la morte, contro le onde ma quando finalmente raggiunse la costa, nel tentativo di salvarsi, fu ucciso dagli stessi abitanti del luogo. Da questo mito deriverebbe il nome Capo Palinuro.

Altro aspetto importante è quello legato alla cultura gastronomica locale sviluppatasi impiegando i prodotti del suolo ed assorbendo le tradizioni culinarie dei tanti popoli che qui hanno trovato terreno fertile. Ed è in questa cultura che affondano le vere radici della Dieta Mediterranea, riconosciuta nel 2010 Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco per il suo impatto positivo sulla salute e sulla longevità di chi la adotta.